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Batul Hanife
Batul Hanife
   Batul è medico psichiatra. La sua famiglia è di origine siriana. I genitori sono arrivati in Italia per motivi di studio e nel tempo hanno deciso di formarci una famiglia. Batul è nata a Trento, dove vivono ancora i genitori e i fratelli.

   Dopo il diploma di maturità si è trasferita prima a Padova, poi a Verona dove si è laureata in medicina e specializzata in psichiatria. Batul si è inoltre dedicata a studi specialistici in etnopsichiatria, altrimenti conosciuta come psichiatria transculturale.

   Oggi abita e lavora a Bolzano. Batul è la prima donna italiana musulmana psichiatra. Ha una passione dichiarata per i viaggi, i libri ed il buon cibo. Il suo supereroe preferito è Batman.

Sumaya Abdel Qader
Porto il velo, Sumaya Abdel Qader

   Sumaya è nativa di Perugia, vive a Milano da quai 18 anni e la considera, ormai, la sua città. Si è laureata in Biologia e mediazione linguistica e culturale all'Università Statale di Milano, e in Sociologia magistrale all'università di Milano Bicocca.

   È mamma di tre figli, due femmine ed un maschietto, e sposata da 18 anni con Abdallah, che esercita la professione di odontoiatra. La famiglia di Sumaya è originaria della Palestina. I suoi nonni e parte della sua famiglia vivono oggi tra la Cisgiordania e la Giordania; la famiglia del marito è originaria della Siria.

   Sumaya è una scrittrice impegnata nella comprensione dei processi culturali, con focus sui giovani e donne. Da circa vent'anni è al servizio del sociale, dell’integrazione, della comprensione e della coesione tra le diverse culture che caratterizzano il tessuto sociale italiano del 2000.

   Oggi coordina un importante progetto per il CAIM, Progetto Aisha, per contrastare la violenza e la discriminazione contro le donne, in particolare musulmane. È una blogger, collabora con alcuni giornali ed è tra i membri fondatori dell’associazione Giovani Musulmani Italiani.

Takoua Ben Mohamed
Porto il velo, Takoua Ben Mohamed

   Takoua ha ventidue anni, e vive a Roma da quando ne aveva otto.

   Il padre, poco dopo la sua nascita, è stato costretto a fuggire dalla Tunisia e rifugiarsi in Italia a causa di una persecuzione politica. La madre, Takoua (che aveva allora pochi mesi) ed altri sei tra fratelli e sorelle, sono rimasti in patria, e per sette lunghi anni hanno atteso il ricongiungimento familiare. Takoua ricorda il giorno in cui, per la prima volta, ha visto suo padre, come il più bello della sua vita.

   Takoua vive a Roma e studia all’Accademia di Animazione di Firenze. Il suo sogno è disegnare cartoni animati. È autrice di graphic novel ispirate alla Primavera araba e al tema dell’integrazione.​

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